lunedì 20 luglio 2009

PRESENTAZIONE ALLA CITTADINANZA DEL NUOVO ANTIQUARIUM DI CASTRUM TRUENTINUM

Cari amici di Martinsicuro

è per me motivo di grande soddisfazione presentare oggi alla cittadinanza di Martinsicuro, ai suoi amministratori, a tanti amici ed appassionati dell’intero Teramano, della vallata del Tronto, e della vicine Marche, in primo luogo Ascoli Piceno, quello che costituisce il frutto di ormai vent’anni di studi e ricerche sull’assetto storico del versante abruzzese della bassa vallata del Tronto, l'Antiquarium di Castrum Truentinum, che sarà inaugurato ed aperto al pubblico mercoledì 12 agosto 2009, alle ore.18.

Correva infatti il lontano anno 1989 quando, nelle funzioni di giovane archeologo divenuto responsabile per la Soprintendenza archeologica della provincia di Teramo, avviavo alla foce del Tronto i primi studi ed indagini territoriali alla ricerca dello storico insediamento portuale antico di Truentum, anche nota come Castrum Truentinum, della cui esatta ubicazione era andata persa da molti secoli ogni memoria, che portavano presto all’inizio delle indagini, a partire dal 1991, con fondi direttamente concessi alla Soprintendenza da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Anni di importanti ed estese ricerche archeologiche, rese possibili anche dalla presenza di un valente nucleo di fidati collaboratori, l'assistente Osvaldo Corneli e la fotografa Franca Nestore anzitutto, e poi Roberta Odoardi ed in anni recenti Manuela Rosati, con ben quattro campagne di scavo succedutesi dal 1991 al 1995 nella località Case Feriozzi di Martinsicuro, poco a sud della foce del fiume fra Strada Statale Adriatica e linea ferroviaria, campagne che attiravano subito l’interesse e la curiosità di tanta gente, su ambedue due versanti del Tronto, tanto che alcuni dei ricordi più belli di quegli importanti anni di ricerche si legano al continuo afflusso di gente, da Martinsicuro, da S. Benedetto, dalla Riviera delle Palme, dalle valli del Tronto, Vibrata Salinello, da Ascoli Piceno, sui nostri cantieri che per loro restavano sempre aperti.

Tantissimi appassionati, cittadini di ogni età, condizione e rango, e soprattutto tanti bambini e giovani delle scuole, che venivano a prendere conoscenza, prima con semplice curiosità, e poi con passione e coinvolgimento, del riemergere di una pagina così importante della loro storia, e dalla cui voce tante volte ho sentito ricordare con passione quei momenti, negli anni successivi.

Era la S. Benedetto dell’antichità, spiegavo a tanti di loro, un porto importante ed orgoglioso, ubicato al terminale alla foce del Tronto di quell’ importante asse viario Tirreno-Adriatico che era stata la via Salaria, e che era stato in antico un approdo fondamentale per i collegamenti con l’intero Mediterraneo, ubicata com’era in un punto in cui s’erano succeduti traffici e commerci sin dalla fine del secondo millennio a.C., tanto che nella tradizione storica gli antichi avevano attribuito la sua fondazione a gruppi di Liburni qui giunti dall’altra riva del mare Adriatico.

Nel concludere gli scavi del 1995 avevamo chiesto agli enti locali di impegnarsi per la valorizzazione dello storico sito, finalmente riscoperto dopo secoli di obblio, mentre da parte nostra avviavamo e portavamo a compimento i passi amministrativi per il riconoscimento formale della grande area archeologica, il che finalmente avveniva con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2001.

Le indagini archeologiche non s’erano tuttavia concluse nel 1995, tanto che fra 2003 e 2004, grazie al supporto finanziario del comune di Martinsicuro, era possibile estendere le ricerche all’altura dominante il sito dell’antica città, quel Colle Di Marzio ove era stata segnalata sin dal 1950, per meritoria iniziativa del colonnello Dario Zamponi di S. Benedetto del Tronto, la presenza di resti di un insediamento risalente all’Età del Bronzo, di cui veniva nell’occasione indagata -sia pur parzialmente- una vasta area costituita da resti di capanne in notevole stato di conservazione, ubicati su almeno due livelli terrazzati sul versante settentrionale del colle.
A partire dal 2002 era stato intanto attivato, in stretta collaborazione fra Soprintendenza e Comune di Martinsicuro, l’iter per la concessione da parte della Regione Abruzzo-Servizio Beni Culturali di un primo contributo per la valorizzazione dello storico sito, per cui dobbiamo essere grati all’impegno ed alla professionalità di un valente dirigente della Regione, l’amico Paolo Antonetti. Non essendo stato possibile destinare il finanziamento ad interventi sulle strutture archeologiche, in mancanza delle necessarie intese con i privati proprietari delle aree archeologiche, era così possibile destinare quelle stesse risorse alla realizzazione di una prima struttura espositiva sul sito dell’antica città, ove raccogliere, nell’interesse della cittadinanza e dell’importante economia turistica locale, i tanti reperti archeologici dalle indagini di quegli anni, oltre alle interessanti, suggestive ed articolate pagine di storia ad esse connessi, in cui erano racchiuse le testimonianze di tremila anni di storia del territorio di Martinsicuro.

Ed ecco dunque che poteva giungere così a trovare un adeguato utilizzolo storico complesso monumentale Torrione cinquecentesco di Carlo V e Casa Doganale in loc. Case Feriozzi, meritoriamente acquistato e restaurato in lunghi anni da parte del comune di Martinsicuro, proprio sul sito della città.

Dagli scavi archeologici, protratti per lunghi anni, al riconoscimento formale di una grande area archeologica in comune di Martinsicuro subito a sud del Tronto, sino alla nascita di un nuovo museo dunque, l’Antiquarium di Castrum Truentinum, che giunge a vedere la luce oggi, grazie al rilancio del progetto da parte dei soprintendenti Silvana Balbi De Caro e Giuseppe Andreassi, in un momento triste per la nostra regione, ad indicare la strada della rinascita, perché sono ancora tante le testimonianze del nostro patrimonio culturale che non sono state toccate dal grande terremoto, che sono rimaste per secoli racchiuse nel cuore della terra d’Abruzzo, e sono oggi disponibili per ripotenziare i nostri attrattori culturali e rilanciare così la nostra economica turistica.

Un punto di arrivo dunque, ma anche un punto di partenza per riavviarsi verso nuovi ed ambiziosi -ma non irraggiungibili- obiettivi.

Anzitutto riprendere gli scavi della città antica, perchè tante importanti testimonianze archeologiche, a volte in eccezionale stato di conservazione, attendono ancora oggi un organico programma di valorizzazione che, proprio dall’attivazione di una base operativa nello storico Torrione di Carlo V, può riprendere nuova crescente rilevanza, traducendosi nella riattivazione di organiche e periodiche campagne di scavo anche grazie alla già acquisita disponibilità di importanti strutture univerisitarie.

Poi operare congiuntamente, fra Soprintendenza, Comune di Martinsicuro, operatori economici locali, Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, e APTR, riflettendo sul fatto che l’Antiquarium, che diventa oggi nella sua sede prestigiosa monumentale un potente attrattore turistico, sorge infatti in un punto strategico per la valorizzazione della nostra regione, all’ingresso in Abruzzo da nord lungo lo strategico percorso costiero della S.S. Adriatica16 .

Quale miglior punto per andare a coniugare alla tradizionale attività di un museo quella di centro di orientamento per il nostro turismo, in particolare sia quello dell’intero Teramano che del vicino Aquilano, in un momento in cui appare strategico per la ripartenza della nostra economia dopo il grande terremoto il rilancio turistico dell’Abruzzo?

Andrea R. Staffa
Archeologo-Direttore-Coordinatore
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo *


* Presentazione, dalla Guida all'Antiquarium di Castrum Truentinum, a cura di A.R. STAFFA, Castellalto 2009, ed. EditPress.